
Segnalo questo libro dal titolo un po’ inquietante, ma dal contenuto interessante, perché è un manuale diverso da quelli che circolano in genere sugli scaffali delle librerie. In questo senso, la parola “Ricettario” aiuta a esplicarne il filo tematico. Qui non troverete riferimenti teorici alla struttura della storia, o dei personaggi, oppure consigli su come crearsi un metodo di lavoro efficace.
Quello che avete tra le mani è un ricettario dannatamente pratico (e decisamente ludico), che lavora non sulla visione d’insieme ma sui singoli tasselli, consigliando e accompagnando lo scrittore nella stesura materiale della sezione di testo che si appresta a sviluppare.
Ad esempio. Se vi viene voglia di fare un racconto in forma di diario, troverete il capitolo “Scritture dell’intimità”, dove il genere viene sezionato nelle sue sottocategorie, e ognuna di queste viene esplicata tramite brani di narratori illustri. Seguono poi domande e osservazioni degli autori, che vi consigliano da quali elementi partire per costruire un testo di quel tipo.
Personalmente, mi è tornato utile quando mi è stato chiesto di scrivere un monologo, e siccome non sapevo assolutamente da che parte cominciare, sono andato nel mio bel capitolo “monologhi”, e ne ho letti un bel po’, cercando di capire cosa mi piaceva e cosa no. Così mi sono fatto un’idea, generica e superficiale per carità, ma in certe occasioni anche quelle sono utili.
Per concludere, vi consiglio di guardate a questo testo come a un libro di esempi sulle tipologie narrative, molto comodo perché consultabile come un dizionario, a seconda delle vostre necessità specifiche. Io ogni tanto mi diverto a sfogliarlo e apprendere chicche sfiziose, che possono sempre tornare utili (voi lo sapete cosa intende Joyce per “epifanie”? Io l’ho scoperto ieri). Ve lo consiglio. Lo troverete divertente.
Quello che avete tra le mani è un ricettario dannatamente pratico (e decisamente ludico), che lavora non sulla visione d’insieme ma sui singoli tasselli, consigliando e accompagnando lo scrittore nella stesura materiale della sezione di testo che si appresta a sviluppare.
Ad esempio. Se vi viene voglia di fare un racconto in forma di diario, troverete il capitolo “Scritture dell’intimità”, dove il genere viene sezionato nelle sue sottocategorie, e ognuna di queste viene esplicata tramite brani di narratori illustri. Seguono poi domande e osservazioni degli autori, che vi consigliano da quali elementi partire per costruire un testo di quel tipo.
Personalmente, mi è tornato utile quando mi è stato chiesto di scrivere un monologo, e siccome non sapevo assolutamente da che parte cominciare, sono andato nel mio bel capitolo “monologhi”, e ne ho letti un bel po’, cercando di capire cosa mi piaceva e cosa no. Così mi sono fatto un’idea, generica e superficiale per carità, ma in certe occasioni anche quelle sono utili.
Per concludere, vi consiglio di guardate a questo testo come a un libro di esempi sulle tipologie narrative, molto comodo perché consultabile come un dizionario, a seconda delle vostre necessità specifiche. Io ogni tanto mi diverto a sfogliarlo e apprendere chicche sfiziose, che possono sempre tornare utili (voi lo sapete cosa intende Joyce per “epifanie”? Io l’ho scoperto ieri). Ve lo consiglio. Lo troverete divertente.
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