lunedì 28 aprile 2008

Che Peccato


Purtroppo dovrò smettere di fare l’ufficio stampa per ad est dell’equatore, come ho comunicato all’editore qualche giorno fa. L’illuminazione mi è venuta dopo una presentazione “organizzata” - per usare un eufemismo - a Portici e alla quale non si è presentato quasi nessuno. A quel punto ci siamo guardati tutti in faccia, trovandoci nella tipica situazione “Io pensavo che l’avessi fatto tu!”. Naturalmente, nessuno aveva fatto niente. Il fatto è che è mancata una basilare comunicazione interna, ma soprattutto mi sono reso conto che, anche per quanto riguarda la promozione di aventi, il lavoro da fare spettava a me. E qui ho immaginato come sarebbero stati i successivi mesi di lavoro, con le presentazioni da organizzare, i comunicati stampa, le persone con cui parlare, e io che nel frattempo ero costretto a stare in un’altra città a finire sei esami in due mese, col la tesi da preparare e il libro da finire. Insomma, è entrato in gioco il mio senso di responsabilità: non sarei mai riuscito ad occuparmi decentemente dell’ufficio stampa e in più avrei messo in seria difficoltà l’editore, che sarebbe stato costretto a richiamarmi. Perciò preferisco tirarmi fuori da una situazione che potrebbe rendere tesi i rapporti interni, oltre a dare di me una pessima immagine professionale. Se si accetta un lavoro, tanto vale farlo bene, altrimenti si deve saper mollare. Meglio lasciare spazio a qualcun altro, con maggiore esperienza e tempo libero.

Saluti e a presto, w ad est dell’equatore!